Accanto alle attività di cooperazione internazionale allo svilupppo, gli attori piemontesi sono da diversi anni impegnati, a tutti i livelli,  in attività di educazione alla cittadinanza mondiale (“global education”), poichè i due campi di intervento sono ormai strettamente connessi.

La Strategia italiana per l’educazione alla cittadinanza globale – 2018  prende come punti di riferimento la definizione presentata dalle Regioni italiane nel 2016, la Carta dei principi dell’Educazione alla Cittadinanza Mondiale redatta dalle ONG italiane e la terminologia adottata dalle Nazioni Unite.

Il documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 2016 sostiene che “sebbene il concetto di cittadinanza globale acquisti sfumature diverse nei diversi Paesi del mondo, riflettendo diversità politiche, storiche, culturali, si può dire che si riferisce al senso di appartenenza di ciascuno ad una comunità ampia, all’intera umanità ed al pianeta terra. La cittadinanza globale si basa inoltre sul concetto di interdipendenza tra il locale e l’universale e presuppone un comportamento sostenibile, empatico e solidale“.

La Carta dell’Educazione alla Cittadinanza Mondiale elaborata dalle ONG italiane nel 2010 recita: “Educazione alla cittadinanza mondiale è una educazione capace di futuro, che metta al centro i diritti umani, i beni comuni, la sostenibilità”.

Nella terminologia delle Nazioni Unite , si intende per Educazione alla Cittadinanza Mondiale l’insieme di quelle azioni finalizzate al pieno sviluppo della personalità e dei legami umani ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa promuove la comprensione fra tutti i popoli e le nazioni e la capacità di informarsi e prendere parte nei processi decisionali a livello locale, regionale e planetario. A tal fine, prende in considerazione gli aspetti sociali, culturali, economici, tecnologici, ambientali, politici delle diverse realtà territoriali del pianeta.

L’ECM considera l’educazione come un’azione trasformativa, basata sull’utilizzo di metodologie didattiche innovative fondate sul dialogo e la riflessione, che mettono al centro chi apprende.

Implica perciò un approccio sistemico a temi e problemi così come ai rapporti fra contesti locali, regionali, planetari. Rimanda ad una consapevolezza civica su scala mondiale, che sappia affrontare e promuovere i temi della democrazia, della pace, della sostenibilità e dei diritti umani. Insieme allo sviluppo del pensiero critico e delle abilità di ascolto e dialogo, l’ECM sollecita un ruolo attivo sia come singoli, sia a livello collettivo nel rispetto dei principi di giustizia ambientale e sociale aiutando a comprendere come influenzare i processi decisionali a livello locale, regionale e mondiale.

L’ECM presuppone processi educativi a tutti i livelli, informale, nonformale e formale così come in tutti i contesti sociali (famiglia, scuola, luoghi di lavoro, comunità in genere). Questo approccio educativo promuove cittadini responsabili e democrazia incoraggiando individui e comunità a godere dei propri diritti e ad assumersi le proprie responsabilità. Si tratta di un’educazione lungo tutto l’arco della vita.

Le diverse attività di Educazione alla Cittadinanza Mondiale portate avanti dai diversi soggetti piemontesi trovano quindi spazi sia al di fuori dell’ambito scolastico che nel contesto dell’educazione formale.

In particolare il documento di orientamento è il Programma Operativo Nazionale 2014-2020 del MIUR intitolato “Per la Scuola – competenza e ambienti per l’apprendimento” prevede la promozione delle competenze di cittadinanza globale (connesse all’obiettivo specifico ‘Miglioramento delle competenze chiave degli allievi’) con interventi “volti allo sviluppo delle competenze trasversali, sociali e civiche, che rientrano nel più ampio concetto di promozione della cittadinanza globale, al fine di formare cittadini consapevoli e responsabili in una società moderna, connessa e interdipendente”.

Inoltre, la legge 125/2014, valorizzando un principio già stabilito dalla precedente legge 49/1987, afferma tra gli obiettivi e le finalità della Cooperazione italiana allo sviluppo la promozione dell’educazione, la sensibilizzazione e la partecipazione di tutti i cittadini alla solidarietà internazionale, alla cooperazione internazionale e allo sviluppo sostenibile (art. 1.4).

A livello regionale la Legge 67/1995 “Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarieta’ internazionale” afferma che “la Regione interviene con l’obiettivo di favorire il radicamento di una cultura di pace e dei suoi corollari quali libertà democratiche, diritti umani, non-violenza, solidarietà, cooperazione internazionale ed educazione allo sviluppo sostenibile “.