La cooperazione internazionale della Regione Piemonte


La Regione Piemonte è impegnata nella cooperazione internazionale fin dal 1995 con un intervento in Bosnia Erzegovina. Nato come programma di aiuto umanitario in una situazione di emergenza, si è successivamente evoluto come intervento di ricostruzione e riabilitazione del sistema socioeconomico, allo scopo di contribuire al rafforzamento e al consolidamento di una regione prossima al nostro paese.

Dopo alcune esperienze di sostegno a microprogetti attivati da associazioni ed enti piemontesi, a partire dal 1997 la Regione Piemonte ha dato avvio ad un Programma annuale di sicurezza alimentare innovativo nel quadro della lotta alla povertà.
Si tratta di una serie di interventi localizzati nell’area del Sahel e Africa Occidentale (Niger, Mali, Senegal, Burkina Faso, Mauritania, Capo Verde, Benin e Costa D’Avorio) a sostegno dello sviluppo rurale, economico e sociosanitario dei paesi beneficiari.

Da allora l’attività regionale si è sviluppata sulle tematiche della lotta alla povertà e dell’aiuto allo sviluppo dei Paesi del Sud del Mondo, con la consapevolezza del fondamentale contributo che in tali azioni possono fornire le amministrazioni pubbliche.
La normativa di riferimento è costituita dalla legge regionale 17 agosto 1995 n.67 “Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale”.
La Regione Piemonte ha sviluppato una strategia di intervento, per la cooperazione allo sviluppo, basata sulla cooperazione decentrata, ossia su un diffuso scambio di competenze, di esperienze e di risorse tra soggetti pubblici e privati di un Paese (o di una regione) e i loro corrispettivi di un Paese straniero. Scambio che deve avvenire all’interno di un quadro di riferimento istituzionale condiviso per valorizzare i contributi originali dei soggetti coinvolti ed aumentare l’impatto delle singole iniziative.

A tal fine si sono predisposte azioni e strumenti per sostenere le iniziative delle Autorità Locali piemontesi che coinvolgendo attivamente la propria società civile hanno intrapreso relazioni partenariali con omologhe Amministrazioni dei paesi del sud del mondo ed in particolare dell’Africa, per la realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo.

Funzionari, amministratori, insegnanti, tecnici, urbanisti, artigiani, imprenditori, immigrati ecc possono mettere a disposizione le proprie competenze e partecipare attivamente tanto sul territorio comunale, quanto in Africa alla realizzazione di progetti di cooperazione.

Al di là dell’impatto importante delle azioni progettuali, che spesso hanno rappresentato e una delle poche opportunità, per le Collettività locali africane, di poter beneficiare direttamente delle risorse della cooperazione, uno degli elementi più significativi della Cooperazione decentrata è lo scambio di saperi e conoscenze che arricchisce tutti i soggetti coinvolti.

Questa relazione e questo scambio sono la condizione sulle quali si sviluppa un’empatia solidale che favorisce la ricerca di soluzioni con il consenso di tutti valorizzando la diversità come una risorsa tanto in Africa quanto nei nostri territori.

Le Organizzazioni Non Governative, oggi chiamate Organizzazioni della Società Civile nell’ambito della legge 125/2014, hanno un ruolo particolare nella cooperazione decentrata: la loro esperienza e la loro conoscenza delle realtà africane risulta estremamente importante per rendere adeguate al contesto locale e quindi utilizzabili le conoscenze specifiche e tecniche delle diverse componenti della società civile.

Per favorire la crescita in termini di sistema, la Regione ha sostenuto le reti nate tra i diversi attori piemontesi che intervengono nella cooperazione ed in particolare il consorzio di Ong, il Coordinamento dei Comuni per la Pace, il Centro Interdipartimentale per gli studi in Africa Occidentale dell’Università di Torino e diverse Associazioni di Categoria.

Una delle più significative esperienze è sicuramente rappresentata dal programma di sicurezza alimentare e lotta alla povertà in Africa subsahariana.
Con il programma, nell’arco di una decina d’anni, sono stati investiti oltre venti milioni di euro di fondi Regionali, per realizzare più di 500 progetti coinvolgendo oltre 1000 soggetti pubblici e privati del Piemonte e più di 500 partner africani.

Le politiche di cooperazione negli anni più recenti si stanno orientando verso un maggior coinvolgimento delle amministrazione pubbliche locali nello sviluppo di attività di cooperazione anche in integrazione alle politiche di immigrazione Ciò anche al fine di valorizzare l’esperienza della diaspore e di facilitarne l’integrazione sul territorio.

Una strategia che tiene conto delle problematiche più recenti valorizzando un percorso durato oltre venti anni che ha radicato l’esperienza piemontese di cooperazione sul territorio.

REGIONE PIEMONTE COOPERAZIONE INTERNAZIONALE